Chi siamo: Simone Sarracino

Chi siamo: Simone Sarracino

Ciao Simone, raccontaci qual è stato il tuo percorso all’interno di Commit e quale ruolo ricopri adesso!

La mia prima esperienza in un’azienda di Servizi ICT e Consulenza risale a 10 anni fa, quando nel 2012 sono entrato in Commit. Qui ho sempre lavorato sia come analista/sviluppatore che come consulente esterno. I primi anni sono stati fondamentali per la mia formazione: ho imparato a sviluppare, approfondito lo studio di alcune tecnologie ed ho avuto modo di crescere sia dal punto di vista professionale che umano.

Nel 2016 sono andato a lavorare per un’altra azienda ma qualche mese fa ho notato che c’era una posizione vacante in Commit, ho provato a inviare il curriculum ed eccomi qua!
10 anni fa era un’azienda decisamente diversa da quella di oggi. Si respirava quell’aria un po’ utopistica dove un gruppo di ingegneri rinchiusi in uno scantinato provava a rivoluzionare il mondo digitale.

Oggi sono inquadrato come Team Leader e sono felice di aver riniziato a lavorare qui, di aver ritrovato quel gruppo di colleghi che mi aveva accolto anni prima e con i quali adesso si è creato un bellissimo rapporto; Commit è cresciuta e matura molto sotto tutti gli aspetti, è un ambiente stimolante dove si può sempre imparare qualcosa di nuovo!

Com’è nata la tua passione per il mondo digitale?

La mia passione per il mondo digitale è nata nei primi anni ’90 quando sognavo di sviluppare videogames. Sono cresciuto giocando con il NES e con il primo pc di casa, un 486 di mio padre che avrò smontato e rimontato centinaia di volte!

Qual è, in ambito lavorativo, la parte più gratificante e quella più complicata per te?

La parte più gratificante del mio lavoro è quasi sempre la fine di un progetto, quando prende forma ed hai la sensazione di aver creato qualcosa, di averci messo del tuo. Mi gratifica il poter sperimentare nuove tecnologie e confrontarmi con nuove persone ogni giorno.

Quella più complicata, ma altrettanto gratificante, è interpretare le richieste dei clienti e trasformarle in specifiche dettagliate e precise. È complicato perché, naturalmente, i clienti non sanno cosa c’è dietro lo sviluppo di un prodotto nel suo complesso.

Quali sono le richieste più frequenti da parte dei clienti?

I clienti richiedono principalmente che tutto venga eseguito correttamente, che funzioni e che venga realizzato in tempi ragionevoli, senza compromettere la qualità del lavoro.

È fondamentale e necessario studiare a fondo le specifiche del cliente e pianificare in modo accurato il progetto, in modo da garantire un risultato che lo soddisfi.

Quanto e com’è cambiato il tuo lavoro con la pandemia? 

Nel mondo ICT, la pandemia non ha avuto un impatto significativo da un punto di vista tecnico. La fortuna del nostro lavoro è anche quella di poter lavorare da remoto, cosa che ci ha permesso di continuare a lavorare in team organizzando call ma al tempo stesso stando al sicuro. Durante la pandemia l’azienda si è dimostrata molto flessibile e in grado di adattarsi alle nuove esigenze, senza compromettere il lavoro che dovevamo svolgere quotidianamente.

Tuttavia, credo che l’interazione diretta tra collega e collega, tra cliente e fornitore, tra capo e dipendente, sia un forte valore aggiunto!

Che consiglio potresti dare a un giovane che volesse intraprendere il tuo stesso percorso lavorativo? 

Di mettere sempre passione in ciò che fa. È molto importante avere una formazione adeguata prima di intraprendere qualsiasi percorso lavorativo ed aggiornarsi costantemente. Un buon programmatore deve essere in grado di capire il problema che deve risolvere, non solo saper scrivere codice. 

Per me programmare non è semplicemente trascrivere un requisito in righe di codice ma metterci qualcosa in più, qualcosa di tuo.

Prima di salutarci, consigliaci un film!

The raid: redemption!

 

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